All’inizio c’è l’idea. Poi quell’idea la devi comunicare. Perché non rimanga un mero esercizio di stile ma sia a supporto del tuo business, è un’arte che va appresa nel tempo. Ci sono però 3 errori che puoi evitare da subito. Te li racconto in questo post.
Co-mu-ni-cà-re
Il termine Comunicare deriva dal latino Communicare, che significa, mettere in comune. In specifico:
Mettere un valore al servizio di qualcuno o qualcosa fuori da sé.
La comunicazione avviene quando arriva, quando l’espressione è compresa e diventa patrimonio comune.
Implica dunque una relazione, e non un mero passaggio di informazioni: e se hai un business, metterti in relazione con il tuo mercato è il prerequisito per la sua esistenza, ancor prima che per il suo successo.
Requisiti imprescindibili
Impara ad esprimerti, non a impressionare. – Jim Rohn
Non basta avere l’idea migliore del mondo ma occorre:
- Che il valore che porti attraverso il tuo lavoro sia condiviso con il tuo pubblico. Non uno qualsiasi intendo ma il tuo.
- Che tu sia in grado di trasferire questo valore, in modo chiaro e univoco, evitando in ogni modo fraintendimenti che, nella migliore delle ipotesi, allontanano i tuoi potenziali clienti e, nella peggiore, attirano i clienti sbagliati. Il danno peggiore in cui puoi incorrere perché lo deluderai sicuramente, con tutte le conseguenze del caso, in un mondo in cui il valore del tuo brand è ampiamente nelle mani di chi ti ascolta.
- Che tu sia in grado di attirare l’attenzione del tuo pubblico in un contesto in cui la gran parte dei contenuti viene fruita attraverso il cellulare e il fermare o meno lo scroll dello schermo si gioca in pochi secondi.
Chi ben inizia è a metà dell’op(e)ra
Partiamo da una delle leggi della comunicazione:
Se un messaggio non arriva a destinazione, la responsabilità è sempre in capo al mittente.
Cioè a te. Questo ti deve confortare perché significa che sei tu ad averne il controllo.
Poi però c’è anche che comunicare è un’arte che si apprende nel tempo: nessuno ti può insegnare come comunicare bene. Imparerai con la pratica e la sperimentazione, ma ci sono alcuni errori che puoi evitare da subito e partire così con il piede giusto.
Li ho chiamati i 3 Cavalieri dell’Apocalisse perché sono forieri di grandi guai e spesso non li riconosciamo.
Ma prima o poi, li incontriamo tutti.
◾ Il 1° Cavaliere è il non avere chiaro l’intento del tuo business.
Ricordi? La tua visione di business è di fatto la tua dichiarazione di intenti: come puoi e vuoi renderti utile ai tuoi clienti, aiutandoli a fare qualcosa, migliorando la loro vita.
Se non l’hai chiara tu per prima, non riuscirai mai a comunicarla adeguatamente.
Spesso ciò che manca è il focus sul cliente, conseguenza del non avere definito in modo preciso e mirato il segmento target a cui ti rivolgi:
un gruppo di persone che hanno dei tratti in comune, in primis, la motivazione che li spinge a mettersi alla ricerca di una soluzione come la tua.
Torna sulla tua visione e prova a chiederti:
Chi sono i miei clienti ideali?
Che cosa li aiuto a fare, in specifico, attraverso i miei prodotti o servizi?
Posso essere ancora più mirata nella definizione del mio target?
◾ Il 2° Cavaliere è legato alla soggettività.
La soggettività nella tua comunicazione si può manifestare in due modi: uno meno grave è uno molto di più. Errori, che ancora una volta, hanno a che fare con la visione del tuo business, ma non solo.
- L’errore meno grave è nell’esprimere la tua visione in modo poco specifico, dando adito a diverse interpretazioni.
Ti faccio un esempio:
se sei una life coach, scrivere che aiuti le persone a ritrovare il proprio benessere per me può significare perdere 5 kg accumulati durante il lockdown, senza deprimermi e mollare dopo tre giorni.
Per una neomamma potrebbe essere ritrovare il tempo da dedicare alla cura di sé, senza sentirsi in colpa verso il proprio bambino.
La visione di business deve essere concreta, tangibile e il più possibile oggettiva così che il tuo cliente possa riconoscersi, velocemente e senza dover approfondire.
- L’errore più grave è nel mettere al centro della tua comunicazione te stessa invece che il tuo pubblico.
Iniziare ogni tuo racconto partendo dalla tua soluzione, interessa poco o nulla a chi ti legge. Anche perché non sei tu a decretare il successo del tuo business, è sempre il tuo mercato.
Ogni volta che ti appresti a comunicare qualcosa, immagina di avere di fronte a te il tuo cliente ideale e chiediti:
Che cosa lo aiuto a fare?
Quello che sto per scrivere, gli interessa davvero o è un mio esercizio di stile?
È la risposta a quale domanda?
◾ Il 3° Cavaliere riguarda il codice di linguaggio.
In specifico, si manifesta nell’ utilizzare un codice di linguaggio non adatto (indovina a chi?) al tuo pubblico.
La differenza tra parole oneste e disoneste è nell’intento di farsi capire: il legalese lasciamolo agli esperti in materia legale.
Che poi, anche se sei un avvocato, finisce che ti ritrovi a parlare ai tuoi concorrenti, non ai tuoi clienti.
Questo errore è grave perché se comunichi in modo non comprensibile, le persone che ti leggono si sentiranno a disagio, proveranno emozioni negative che chiuderanno ogni possibilità di ricezione del tuo messaggio, allontanandole.
Questo tipo di reazione ci accomuna tutti e, nella comunicazione online, è ancora più rilevante perché sul web le emozioni sono legate alle azioni che gli utenti compiono.
Che attenzione, non significa banalizzare: anche semplificare è un’arte.
Ma innanzitutto è la manifestazione concreta del voler andare verso il proprio pubblico, del mettere un valore al servizio di qualcuno o qualcosa fuori da sé.
Esattamente come dicevamo all’inizio.
Un errore trasversale che impatta su tutta la comunicazione di un brand, non solo nella descrizione della visione di business.
Prima di pubblicare qualsiasi contenuto, rileggilo e chiediti:
Quanti termini tecnici ho utilizzato nella mia comunicazione?
Se mi leggesse qualcuno che non è del mio settore, capirebbe quello che sto scrivendo?
Se mi leggesse mia nonna, cosa direbbe?
E il 4° Cavaliere?
In verità, nell’Apocalisse i Cavalieri sono 4. Esiste anche nella comunicazione ma te ne parlerò in un post ad-hoc perché è meno grave in linea teorica ma è più rilevante in termini di risultati.
Già che sei arrivata a leggermi fino a qui, te lo anticipo:
Riguarda gli obiettivi della tua comunicazione.
Intanto dimmi, quale di questi primi 3 Cavalieri hai incontrato sul tuo cammino?
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